chirurgia ortopedica

Chirurgia ortopedica, i tuoi movimenti in salute

Le figure e gli ambiti della chirurgia ortopedica, scopriamoli assieme.

La chirurgia ortopedica è il settore della chirurgia che si occupa di risolvere o diminuire i sintomi delle patologie dell’apparato scheletrico e locomotore.

I disturbi di cui si occupa possono affliggere le ossa, le strutture cartilaginee o le articolazioni

Se soffri di una malattia dell’apparato locomotore, il primo passo da fare verso la guarigione è rivolgerti ad uno specialista ortopedico, che può valutare o meno la necessità di una procedura  chirurgica.

In questo articolo ti illustro alcuni ambiti della disciplina ortopedica e le sue figure:

  1. Competenze, patologie e procedure del chirurgo ortopedico; 
  2. Legamento crociato anteriore, quando è necessaria la chirurgia;
  3. La chirurgia di protesi al ginocchio: caratteristiche e trattamenti;
  4. Quando è indispensabile l’intervento di chirurgia di revisione.

1 – Competenze, patologie e procedure del chirurgo ortopedico.

Il chirurgo ortopedico è il medico specialista dell’apparato locomotore (o muscolo scheletrico).

Le patologie che possono colpire l’apparato sono di natura degenerativa, infiammatoria, artrosica o traumatica (esempio fratture), spesso derivanti da traumi sportivi, da incidenti stradali, domestici o lavorativi, o a seguito di ferite da taglio o da armi da fuoco.

L’obiettivo primario di un chirurgo ortopedico è fare una precisa diagnosi del paziente, intervenire con un trattamento conservativo, o dove necessario, chirurgico, e ripristinare la normale funzionalità motoria.

Di cosa si occupa un chirurgo ortopedico?

Il chirurgo ortopedico si occupa in prima persona della diagnosi e della terapia del paziente.

Le sue abilità e conoscenze riguardano:

  • L’anatomia e la fisiologia di ossa, cartilagini, articolazioni, muscoli, tendini e legamenti;
  • Gli infortuni e le malattie a carico dell’apparato locomotore;
  • I metodi d’indagine a fine diagnostici;
  • I trattamenti conservativi e/o chirurgici;
  • Il percorso di riabilitazione utile alla ripresa dopo un trattamento o una chirurgia;
  • La prevenzione delle sofferenze che possono interessare l’apparato locomotore.

Il chirurgo ortopedico cura fratture ossee, distorsioni, lussazioni, borsiti, infortuni muscolari, deformità degli arti e della colonna, sindromi nervose, patologie degenerative, metaboliche e i tumori delle ossa.

Nello specifico si interessa di lesioni di:

  • Piede: metatarsalgia, alluce valgo, alluce rigido, piede cavo, piede piatto, dita a martello;
  • Mano: la rottura dell’osso scafoide, la lesione del tunnel carpale, l’artrosi del pollice, il dito a scatto;
  • Ginocchio, del menisco e dei legamenti, o artrosi del ginocchio;
  • Spalla (es. della cuffia dei rotatori);
  • Anca (es. l’artrosi dell’anca).

Di quali tecniche si avvale maggiormente il chirurgo ortopedico?

Le procedure più utilizzate dal medico chirurgico sono 3: la chirurgia mini invasiva, la chirurgia protesica e quella percutanea.

La prima è la chirurgia mini invasiva, la tecnica che permette di intervenire sulle articolazioni danneggiate attraverso piccole incisioni con le quali si visualizza l’interno dell’articolazione e si opera sulle strutture danneggiate. (artroscopia)

La seconda è la chirurgia protesica, che si occupa di sostituire le articolazioni danneggiate con una protesi: è la cura definitiva per le patologie degenerative e restituisce mobilità e funzionalità normali alle articolazioni.

La terza è la chirurgia mini-invasiva percutanea, tramite micro incisioni puntiformi, utilizzata per gli interventi del piede, come ad esempio la correzione dell’alluce valgo.

Hai qualche curiosità in più? Leggi quest’articolo.

2 – Legamento crociato anteriore, quando è necessaria la chirurgia.

Una fra le chirurgie ortopediche più praticate è la ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA)

La sua lesione è una delle condizioni più comuni che interessano il ginocchio, ed è osservata soprattutto negli atleti e nei giovani soggetti.

Il legamento crociato anteriore, infatti, riveste un ruolo importante nel garantire e mantenere la stabilità dell’articolazione durante il movimento e l’attività.

L’infortunio può avere origine da un contatto diretto con un avversario o un oggetto (traumatico) o anche senza alcun contatto (distorsione).

Dopo il trauma, si possono presentare dolore e gonfiore, che si risolvono nel giro di 2 settimane dopo il riposo e l’utilizzo di ghiaccio e farmaci, ma permane quel senso di instabilità che non permette al paziente di praticare sport.

La diagnosi è eseguita da uno specialista ortopedico, che verifica l’effettiva lesione del legamento grazie ad alcuni test fisici che consentono di valutare la lassità legamentosa dello stesso, come:

  • Test di Lachman
  • Test del cassetto anteriore
  • Pivot shift test

Per completare la valutazione, al paziente possono essere prescritte la risonanza magnetica e la radiografia,  per valutare più in dettaglio i danni a legamenti, cartilagini e tendini e verificare la presenza di fratture o altre problematiche ossee.

In associazione ad una rottura del crociato è possibile infatti che si verifichino anche altre tipologie di lesioni, come quella del menisco, del legamento collaterale mediale e della cartilagine.

I trattamenti indicati

Appena dopo il trauma è consigliabile utilizzare le stampelle, applicare del ghiaccio e assumere antinfiammatori; appena possibile, iniziare anche un percorso riabilitativo per rinforzare i muscoli circostanti.

La tipologia di trattamento è personalizzato alle caratteristiche specifiche del paziente, che potrà essere conservativo o chirurgico. 

Il trattamento conservativo è indicato nei casi in cui non sono presenti instabilità o altre lesioni associate, o nei soggetti con ridotte richieste funzionali.

L’intervento chirurgico è indicato per i pazienti che vogliono tornare a praticare sport, anche ad alti livelli, in caso di particolari richieste funzionali o instabilità, o in presenza di lesioni al menisco o ad altri legamenti.

In questo caso la riabilitazione pre operatoria è ancora più importante in vista dei risultati perché permette di arrivare all’intervento con un buon movimento, forza e controllo neuromuscolare.

Si parla di ricostruzione del legamento perchè viene prelevato un tendine da un’altra sede (tendine rotuleo, quadricipitale) e utilizzato per costruire quello nuovo.

La chirurgia del legamento crociato anteriore consiste nell’esecuzione di tre piccole incisioni sul ginocchio nelle quali introdurre la telecamera e gli strumenti necessari ed una per il prelievo dei tendini utilizzati per la ricostruzione.

Le fasi dell’artroscopia sono due

  1. Nella prima vengono visualizzate tutte le strutture articolari inclusi i menischi e le cartilagini articolari, qualora vi fossero delle lesioni riparate, ed è confermata la lesione del LCA;
  1. Nella seconda c’è il prelievo del tendine che verrà utilizzato con nuovo crociato mediante un’incisione di circa 2 cm sulla porzione superiore della tibia e la creazione di due piccoli tunnel ossei, all’interno dei quali è inserito e bloccato il nuovo legamento.

Il giorno stesso dell’intervento si può camminare con tutto il peso sulla gamba operata e non è necessario indossare alcun tutore, ma per sicurezza, sono consigliate due stampelle.

Pochi giorni dopo è fondamentale iniziare la fisioterapia mirata al rinforzo muscolare, soprattutto del quadricipite, e al recupero dell’arco di movimento, 

Se presenti una lesione del crociato anteriore e vuoi avere informazioni in più, leggi questo articolo

3 – La chirurgia di protesi al ginocchio: caratteristiche e trattamenti.

Un altro intervento di successo e affidabile della chirurgia ortopedica è la protesi del ginocchio, eseguita su migliaia di pazienti in tutto il mondo.

È il rimedio per eccellenza dall’artrosi al ginocchio, che elimina definitivamente il dolore e la rigidità.

In base alle caratteristiche della patologia e del paziente, può essere effettuata una protesi totale o parziale del ginocchio (detta anche monocompartimentale)

Il trattamento conservativo

L’artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa cronica caratterizzata dalla progressiva distruzione della cartilagine articolare a cui consegue deformità dell’articolazione, infiammazione e dolore.

Nelle prime fasi l’artrosi può trarre beneficio dal trattamento conservativo con:

  • La perdita di peso;
  • La riabilitazione, mirata al rinforzo muscolare e allo stretching;
  • L’utilizzo di integratori per la cartilagine;
  • Crioterapia;
  • Antinfiammatori;
  • Infiltrazioni di farmaci nell’articolazione.

Negli stati avanzati, sfortunatamente, i trattamenti conservativi non risultano più efficaci e la chirurgia protesica è l’unica opzione necessaria per guarire definitivamente.

Quando è consigliata la chirurgia protesica

La visita ambulatoriale con l’ortopedico è il primo punto per valutare la necessità della protesi di ginocchio, perché non tutti i pazienti necessitano di chirurgia e non tutti i dolori al ginocchio possono essere guariti dalla protesi.

L’intervento è consigliato quando alla radiografia è presente un’artrosi grave con contatto osso su osso ed in presenza di qualsiasi dei seguenti sintomi:

  • Dolore resistente alle terapie antidolorifiche;
  • Dolore costante anche a riposo;
  • Difficoltà a rimanere in piedi per lungo tempo;
  • Inabilità nelle attività quotidiane come camminare o fare le scale;
  • Dolore a camminare;
  • Difficoltà significativa ad alzarsi dalla posizione seduta;
  • Difficoltà a dormire la notte a causa del dolore;
  • Mobilità articolare limitata che compromette le attività quotidiane;
  • Nessun beneficio oppure beneficio limitato dalla fisioterapia e dai trattamenti conservativi.

In caso di protesi totale tutta la superficie del ginocchio è rivestita dalla protesi; nel caso di protesi compartimentale solo la parte del ginocchio danneggiata, mentre la parte restante non subisce modifiche.

Ogni protesi è personalizzata in base alle necessità del paziente. 

Come si svolge la chirurgia di protesi al ginocchio?

Dopo la puntura spinale, associata ad un sedativo qualora il paziente volesse dormire, il paziente è posizionato sul letto operatorio e l’arto disinfettato, e si procede a sostituire le parti danneggiate con le componenti protesiche.

La chirurgia dura all’incirca di un’ora e termina con la sutura dell’incisione e la sua medicazione.

Il paziente rientra dalla sala operatoria senza catetere vescicale e senza drenaggio chirurgico e, svanito l’effetto dell’anestesia, può alzarsi e camminare con i fisioterapisti.

Complessivamente il ricovero dura 3-4 giorni.

La fisioterapia potrà poi essere svolta nella struttura, in ambulatorio o al domicilio, anche tramite l’app MyMobility.

Le moderne protesi, grazie alle continue innovazioni in ambito chirurgico e tecnologico, hanno una lunga vita: più di 20 anni nel 90% dei pazienti e più di 25 nell’80%.

Vuoi approfondire l’argomento? Leggi anche questo articolo.

4 – Quando è indispensabile l’intervento di chirurgia di revisione.

L’impianto di una protesi, senza dubbio uno dei più grandi progressi della medicina moderna che ha migliorato la qualità della vita dei pazienti, può richiedere, in rari casi, un secondo intervento chirurgico, chiamato di “revisione”.

Lo sport, il lavoro, il peso, l’età, la storia clinica ed altri fattori, possono influire sulla longevità dell’impianto e quindi compromettere la durata nel tempo.

Quando il dolore, il gonfiore, la zoppia, la rigidità, o l’instabilità di una protesi diventano troppo seri, l’intervento di revisione è necessario.

Si tratta quindi di rimuovere l’impianto precedente, correggere il difetto e posizionare una nuova articolazione.

Le complicanze che frequentemente sono causa di una revisione protesica sono:

  • Mobilizzazione dell’impianto: la modalità più comune di fallimento della protesi dell’anca e del ginocchio.
  • Infezione di protesi: il rischio realistico di contrarre un’infezione con le tecniche chirurgiche moderne è di circa lo 0,5 %.
  • Lussazione: comunemente è un problema della protesi all’anca piuttosto che della protesi di ginocchio.
  • Deterioramento di una componente protesica.
  • Instabilità dell’articolazione protesizzata che può essere conseguente a mal posizionamento dell’impianto oppure a insufficienza dei tessuti molli circostanti.
  • Rigidità nella protesi di ginocchio.

Quando bisogna procedere con la chirurgia di revisione?

La protesi di ginocchio normalmente non necessita di interventi per molti anni dopo il suo impianto, anzi, funziona bene per il resto della vita del paziente.

È importante invece farsi valutare da un chirurgo ortopedico specializzato in chirurgia protesica quando si avvertono alcuni di questi sintomi:  

  • Dolore e/o gonfiore alla protesi di anca o di ginocchio;
  • Sensazione di instabilità dell’articolazione;
  • Limitato movimento articolare.

Il chirurgo ortopedico farà richiesta di alcuni esami preliminari:

  • Visita medica: la storia e l’esame fisico per identificare i cambiamenti nel livello di dolore dei pazienti.
  • Esami del sangue: esami di laboratorio comuni, un velocità di sedimentazione eritrocitaria (VES), e un test della proteina C-reattiva (PCR);
  • Esami del liquido articolare: Il liquido articolare può essere prelevato con una infiltrazione e analizzato per fornire indizi su una possibile infezione;
  • Radiografie: Le radiografie forniscono utili indicazioni riguardo la stabilità dell’impianto protesico;
  • Tac e Risonanza magnetica: per approfondire la qualità del tessuto osseo o dei tessuti molli che circondano la protesi.

Poiché la revisione è un secondo intervento sulla stessa articolazione è spesso più complesso del primo intervento.

La procedura prevede di rimuovere le componenti protesiche presenti, alcune o tutte a seconda delle indicazioni, e di posizionare delle nuove articolazioni.

In questo modo si:

  • Migliora la funzionalità e l’arco di movimento dell’articolazione;
  • Incrementa l’abilità a camminare;
  • Guarisce, se presente, l’infezione;
  • Diminuisce il dolore.

E si restituisce al paziente un’articolazione ben funzionante e non dolorante.

Il Dr. Vanni Strigelli, chirurgo ortopedico, iper specializzato nella chirurgia protesica di anca, ginocchio e correzione di alluce valgo, definisce la chirurgia ortopedica come la branca positiva della chirurgia, del benessere, perché migliora la qualità di vita dei suoi pazienti.

Vieni a conoscerlo in questa pagina.