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Come curare l’alluce valgo? I possibili rimedi

L'alluce valgo è una deformità del piede che comporta, oltre ad un disagio estetico, dolore a camminare. Vediamo i possibili rimedi.

Con l’arrivo della bella stagione, soprattutto se sei donna, arriva finalmente il momento per indossare quelle scarpe aperte che tanto piacciono.  

Sandali, decolleté, infradito: sono molti i modelli che lasciano esposto il piede. 

Se per molte donne questo è sinonimo di bellezza, per tante persone invece la scarpa aperta è sinonimo di disagio, vergogna, a causa di una patologia, l’alluce valgo. 

Se fai parte di questa categoria, se ti senti a disagio e non riesci ad accettare di “far vedere i piedi” pubblicamente, ti consiglio di proseguire con la lettura di questo articolo, per scoprire di cosa si tratta e i possibili rimedi. 

Non sentirsi a proprio agio,infatti, è una sensazione negativa che può andare a mirare la propria autostima. 

Se sommiamo il dolore provocato dalla patologia stessa, è facilmente intuibile come non sia da sottovalutare. 

Ma che cos’è l’alluce valgo?

L’alluce valgo è una deformità comune del primo dito del piede, comunemente chiamato “patata” o “cipolla” del piede, caratterizzato dalla sporgenza mediale della testa del primo metatarso e dalla deviazione laterale del primo dito.

Non è soltanto un fattore estetico, ma risulta doloroso a camminare.

La diagnosi, fatta da uno specialista ortopedico, è semplice: spesso il paziente è consapevole della sua condizione e giunge in visita per conoscere le opzioni terapeutiche. 

Per un corretto studio preoperatorio sono utili delle radiografie sotto carico del piede.

Nelle deformità più marcate, la malformazione del primo metatarso può compromettere e alterare la normale anatomia di tutto l’avampiede, coinvolgendo nella deformità le dita minori: dito a martello, metatarsalgie, borsite, lussazione delle articolazioni metatarso falangee.

Questo sovvertimento dell’anatomia porta quindi ad un’alterazione della distribuzione del carico nell’avampiede e dolore al passo.

L’alluce valgo non è solamente una patologia ossea, ma coinvolge i tessuti molli.

Spesso è presente una borsite, cioè’ in infiammazione acuta dei tessuti, spesso scatenata dallo sfregamento del dito contro la scarpa. 

Se di grado elevato può’ ulcerarsi e infettarsi.

È importante tenere sotto controllo la deformità e sottoporsi ad una valutazione specialistica.

Non solo nel caso il dolore diventi importante, ma anche nei casi in cui la deformità abbia un progressivo aumento della deformità nel tempo.

I sintomi comuni 

La sintomatologia può variare da persona a persona e si manifesta principalmente con:

  • Dolore persistente o intermittente;
  • Gonfiore o arrossamento associato ad una protuberanza ossea sul bordo interno del piede aggravato dalla pressione nell’indossare le scarpe;
  • Pelle dura, callosa e arrossata causata dall’alluce e dal secondo dito sovrapposto al primo oppure curvo verso il suolo (dito a martello);
  • Progressiva alterazione della forma e della biomeccanica del piede con alcune conseguenze. Se l’alluce valgo è particolarmente grave, può cambiare la forma complessiva del piede; se l’alluce valgo strofina sulla parte interna della scarpa, le scarpe che indossate possono diventare scomode e deformarsi. Infine, se il piede diventa molto ampio, può essere difficile trovare scarpe che si adattino bene. 
  • Presenza di un rigonfiamento alla base dell’alluce;
  • Capacità limitata nei movimenti dell’alluce.

L’ alluce valgo è spesso associato all’utilizzo di scarpe alte e strette, ma in realtà è comune anche tra quelle donne che indossano soltanto scarpe comode e senza tacco.

E’ frequentemente correlato ad altre patologie o deformità del piede come la sindrome pronatoria (piede piatto), o a malattie sistemiche (per esempio, l’artrite reumatoide).

L’ alluce valgo colpisce soprattutto persone di sesso femminile.

Le cause non sono pienamente conosciute, ma la familiarità e le calzature sbagliate giocano un ruolo nella sua comparsa e nel suo aggravamento. 

Questa è una patologia che con il tempo tende ad aggravarsi, ma non sempre ha bisogno di cure chirurgiche. 

Esso va operato quando la deformità è grave e provoca disagio e dolore significativi.

I possibili rimedi

Alluce valgo, un problema estetico o funzionale? 

La chirurgia non deve essere una cura per soli scopi estetici. 

Un intervento ortopedico è un’operazione con la finalità di risolvere il dolore o migliorare dei sintomi lamentati dal paziente per incrementare la funzione.

Un intervento estetico ha l’obiettivo di modificare qualcosa che crea disagio estetico e psicologico nel paziente. 

La differenza sostanziale è che ad un miglioramento estetico non corrisponde necessariamente un miglioramento funzionale.

Prima di qualsiasi decisione è importante avere una diagnosi chiara.

Nelle fasi iniziali della malattia l’utilizzo di scarpe comode e di plantari può alleviare il fastidio ed il dolore.

Quando la patologia è progressiva e la deformità peggiora, il trattamento chirurgico è consigliato.

Il plantare, infatti, ha una funzione di compenso, palliativa, ma non ha effetto curativo e correttivo sulla patologia.

Può perdere la sua efficacia nel tempo anche in quei pazienti che ne avevano ricevuto un iniziale beneficio.

Il trattamento quindi, può essere chirurgico oppure conservativo, vediamoli nel dettaglio.

Il trattamento conservativo

Nelle prime fasi della malattia l’utilizzo di scarpe comode e di plantari può alleviare il fastidio, così come evitare i tacchi alti ed attività che costringono a stare in piedi per lungo tempo.

Anche i farmaci antiinfiammatori ed i trattamenti fisioterapici possono alleviare il dolore, così come anche la crioterapia (borsa del ghiaccio).

E’ un approccio transitorio però, che obbliga il paziente, solitamente donna, a cambiare abitudini nel vestirsi e comportamenti legati al controllo del dolore.

I trattamenti conservativi, infatti, non sono risolutivi, in quanto non curano la patologia.

Permettono di conviverci con minor fastidio. 

Così come i tutori correttivi e le altre terapie fisioterapiche non hanno effetto correttivo della deformità né sono in grado di rallentare l’evoluzione.

Solo l’intervento chirurgico permette la vera guarigione. 

Il trattamento chirurgico

Nel corso degli anni sono state descritte molte tecniche chirurgiche per la correzione dell’alluce valgo.

Le tecniche con risultati migliori permettono la correzione della deformità, modificando la deviazione del dito e possono essere divise in 2 categorie:

  • Intervento chirurgico classico: prevede il taglio e l’apertura di cute e tessuti fino a scoprire l’osso e intervenire direttamente. Utilizzate viti, placche o fili metallici;
  • Tecnica percutanea: meno invasiva, si effettua praticando micro-incisioni sulla cute attraverso le quali si introducono strumenti chirurgici dedicati e miniaturizzati.

La tecnica percutanea mini-invasiva prevede la realizzazione di 2 o 3 piccolissime incisioni, o addirittura, soltanto dei veri e propri “buchini”, senza lasciare cicatrici. 

Questo comporta dei benefici:

  • Intervento indolore;
  • Fastidio leggero presente solo i primi giorni e ben controllato con i comuni antidolorifici;
  • Diminuzione del sanguinamento;
  • Riduzione del gonfiore;
  • Recupero rapido dall’intervento;
  • Veloce tempo chirurgico;
  • Recupero immediato della deambulazione;
  • Complicanze post-operatorie e infezioni sono ridotte al minimo.

L’intervento è molto veloce e viene eseguito in anestesia locale, con risultati affidabili e riproducibili.

È un intervento mini-invasivo, rapido, con recupero immediato della deambulazione e senza utilizzo di mezzi di sintesi. 

Il giorno stesso dell’intervento il paziente cammina con tutto il peso sul piede operato con un bendaggio e ed una scarpa con suola piatta.

Dopo 30 giorni si rimuove il bendaggio e si torna a camminare con scarpe da ginnastica; dopo 3 mesi circa si può tornare ad indossare qualsiasi calzatura e fare sport.  

Se vuoi saperne di più, ti invito a visitare la pagina del Dr. Vanni Strigelli, dove potrai conoscere quali rimedi risultano efficaci nella cura di questa patologia.